PAESTUM WINE FEST

Il mondo del vino raccontato dal "Miglior Sommelier del Mondo" Eros Teboni: formazione, esperienze e carte dei vini studiate nelle opportunità della ristorazione globale

di Valentina Taccone

Forsennatamente curioso, ostinatamente tenace e sempre in viaggio, Eros Teboni cresce nell’enoteca di famiglia Enotria, dove inizia i suoi primi passi, fondamentali per tracciare la sua rotta professionale, indiscutibilmente precisa e ostinata. Il vino è la sua direzione. Dopo gli studi di enologia conquista il diploma di sommelier nel 2011, colleziona numerose esperienze lavorative e siede al vertice dei riconoscimenti di settore diventando il Miglior sommelier del Mondo.
La sommellerie ha subito positivamente un’evoluzione nel tempo e la figura del sommelier è fondamentale nelle attività ristorativi, nelle enoteche e in tutte le realtà commerciali che voglio promuovere correttamente la cultura del vino. Cosa ricerca, invece il consumatore?
Oggi il sommelier non è più solo chi serve e descrive un vino, ma chi crea connessioni e valorizza l’identità di ogni bottiglia. Il consumatore cerca emozioni vere e vuole sentirsi parte di un racconto. Non si tratta solo di dire che un vino ha note di frutti rossi o sentori di pietra focaia, ma di far capire da dove arriva, chi lo ha prodotto e perché è unico. Il sommelier deve saper coinvolgere, emozionare e rendere ogni assaggio un’esperienza memorabile“.
Una carta dei vini selezionata e curata rappresenta un valore aggiunto nelle attività ristorative. Cosa togliere e cosa aggiungere ad una carta dei vini efficace e che possa offrire un’esperienza unica ai clienti?
Una carta dei vini ben costruita è un valore aggiunto per qualsiasi attività ristorativa. Non deve puntare sulla quantità, ma sulla qualità della selezione. Meglio poche etichette che raccontano una visione chiara, capace di incuriosire e coinvolgere il cliente. Ogni proposta dovrebbe avere un senso, un legame con il territorio o con lo stile del locale. L’obiettivo è offrire un’esperienza di scoperta e di valore, in cui ogni vino sia una scelta ragionata e ben raccontata. Una carta così diventa uno strumento che guida il cliente, lo accompagna e gli offre la possibilità di vivere un’esperienza autentica“.
Quali sono le tendenze emergenti nel settore del vino che ritieni avranno un impatto significativo sia per i produttori che per i consumatori?
La direzione è chiara: più freschezza, meno alcol percepito, più immediatezza. Il vino deve essere facile da bere ma non banale. Si cerca equilibrio, trasparenza e rispetto per il territorio. E poi sostenibilità, non solo nel fare vino, ma anche nel comunicarlo. Chi produce deve raccontare il proprio impegno in modo autentico, perché oggi il consumatore vuole sapere cosa sta bevendo e da dove arriva ogni bottiglia“.
In che misura ritieni che gli eventi di settore che si rivolgono alle utenze B2B e B2C, siano fondamentali per il networking e lo sviluppo del business nel mondo del vino e degli operatori di settore?
Gli eventi sono fondamentali per chi vuole crescere nel mondo del vino. Sono luoghi di scambio, di connessione, di opportunità. Chi partecipa ha la possibilità di conoscere nuove realtà, stringere collaborazioni, confrontarsi con altri professionisti e capire come si sta muovendo il mercato. E sono utili anche per chi produce: vedere le reazioni del pubblico e confrontarsi con operatori di settore è un modo per crescere e migliorarsi. Chi non c’è, rischia di perdersi il futuro”.
L’Italia del vino nel mondo: quali sono i consigli che proponi alle cantine italiane per promuovere ulteriormente le etichette nazionali nei mercati internazionali?
Per promuovere il vino italiano nel mondo serve autenticità e capacità di raccontare. Non basta dire “è un grande vino italiano”, bisogna spiegare cosa lo rende tale, partendo dal territorio e dalle persone che lo producono. Ma la comunicazione da sola non basta: bisogna portare il vino nei calici giusti, cercare attivamente nuovi interlocutori e creare occasioni di assaggio. E poi ascoltare i mercati: capire cosa cercano, adattarsi senza snaturarsi e saper costruire relazioni solide e durature“.