[vc_row][vc_column width=”1/1″][us_image image=”2996″ has_ratio=”1″ ratio=”2×3″][us_separator size=”small”][vc_column_text css=”%7B%22default%22%3A%7B%22text-align%22%3A%22justify%22%7D%7D”]Vania Valentini è Officier de l’Ordre des Coteaux de Champagne e Master Sommelier Alma-Ais. Esperta di champagne, scrive su Passione Gourmet, sulla sua pagina vaniavalentini.com e tiene lezioni all’Università delle Scienze Gastronomiche UNISG, alla Fondazione Mach, all’AIS oltre a numerosi seminari in tutta Italia dedicati al mondo dello champagne e degli sparkling wine.
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Comunicazione e business: quale la combinazione di marketing per le aziende che vogliono presentarsi ai mercati nazionali e internazionali?
Credo sia prima di tutto indispensabile un bel sito, fatto bene e con tutte le informazioni necessarie e utili al consumatore per conoscere più da vicino il prodotto e la filosofia che ci sta dietro (in Champagne se ne trovano dei bellissimi). Infine, credo che nulla come delle Masterclass dedicate e di approfondimento su maison, filosofia, territorio etc. sia più utile per una divulgazione corretta in grado di appassionare, se non fidelizzare, il consumatore. Il passaparola, va detto, è la più potente forma di marketing; i veri influencer siamo noi consumatori.
Come riconoscere lo Champagne di qualità?
Credo che un ottimo punto di partenza sia la tracciabilità in etichetta, (retro-etichetta), ovvero la possibilità, per il consumatore, di avere accesso a tutte le informazioni possibili riguardanti il vino che si sta acquistando; zona, suolo, eventuali certificazioni (Bio, HVE, Vignéron Indépandants…), tipo di vinificazione (acciaio, legno…), data di immissione in bottiglia e di sboccatura, solfiti aggiunti; tutto ciò consegna una perfetta lettura dello champagne che si andrà ad acquistare al cliente, in totale trasparenza. Quando l’acquisto avviene online e non è possibile avere accesso alle informazioni in retro-etichetta, queste si possono trovare sul sito (se fatto bene) o andando a fare una ricerca sul Web. Un po’ faticoso, ma è anche così che si impara. Dopodiché, si tratta solamente di capire la tipologia a noi più affine (che può cambiare, nel tempo) e cercare di conoscere e sperimentare sempre produttori nuovi, senza mai soffermarsi su quello che ci è piaciuto particolarmente. Solo in questo modo, si potrà rafforzare ulteriormente la nostra capacità di potere riconoscere uno champagne di qualità da uno mediocre.
Champagne in Italia e all’Estero, come risponde il pubblico delle bollicine più famose del mondo?
Lo Champagne sta vivendo una nuova ‘Golden Age’ e questo è sotto gli occhi di tutti; chi ha una passione per le Cuvée de Prestige e i vignerons (Italia, Giappone), chi per i Sans Année (America), chi per i Rosé (in forte aumento) … in tutto il mondo si beve champagne e oggi si sono affacciati sul mercato anche paesi come Filippine, Sud Corea, Congo… la domanda aumenta e con essa, ahimè, i prezzi. È un bel momento e questa passione per la Champagne sta coinvolgendo anche tutto il resto del mondo sparkling; oggi si è più curiosi di provare e assaggiare nuove bollicine, anche italiane e questo è da stimolo e incentivo per i tanti produttori che hanno smesso finalmente di elaborare uno spumante ‘da protocollo’ consegnandoci nei calici bollicine più originali, identitarie, adese al territorio di provenienza. Ci siamo finalmente liberati di quel complesso d’inferiorità, credo, che troppo spesso limitava la nostra creatività.
Quali sono i 5 Champagne selezionati da Vania Valentini per il 2024?
Domanda difficilissima… amo cambiare ma se in questo momento dovessi scegliere 5 Champagne da mettermi in cantina per il 2024 sceglierei questi: Waris Hubert Sans Sulfites Ajoutés, Pierre Paillard Les Parcelles, BAM di Tarlant, Vauzelle Terme 2013 di Jacquesson e il Rosé di Egly Ouriet.
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